Rottura filobus 90 a Roma, U.Di.Con.: “Situazione indecente. Si garantisca la sicurezza dei pendolari”

15 Gen 2020 | Comunicati Stampa

15/01/2020 – “Il trasporto pubblico locale è oramai al collasso. Letteralmente. Ieri sera si è sfiorata la tragedia e soltanto lo scarso numero di passeggeri ha evitato feriti o peggio – scrive in una nota il Presidente dell’U.Di.Con. Lazio Martina Donini – l’Atac ormai è un corpo morente che si trascina per le strade di un altrettanto agonizzante Capitale per inerzia, senza prospettive visibili di un’immediata ripresa”.

Succede tutto in un attimo. Alle 20 circa a Batteria Nomentana, un rumore sordo segnala lo sganciamento della piattaforma girevole che collega le due sezioni di un filobus sulla linea 90, che si trascina quindi sull’asfalto. Fortunatamente, l’autista riesce a fermare il mezzo, su strada da più di due anni, e a far scendere i pendolari, illesi.

“Solo fino a vent’anni fa, le officine Atac erano il fiore all’occhiello della municipalizzata – continua Donini – di quel passato rimangono oggi solo macerie; bus e tram sono spesso costretti a viaggiare senza manutenzione perché non si trovano i pezzi di ricambio o gli attrezzi per cambiarli, in una situazione di precarietà che non si confà a nessun Paese che vuole definirsi civile. Tanto nei panni dell’U.Di.Con. che in quelli di comuni cittadini noi diciamo basta all’incoscienza e alla sciatteria di Atac – prosegue Donini – chi è responsabile per la manutenzione? Come può permettere che l’incolumità di migliaia di utenti venga messa in discussione quotidianamente?”

“Quanto successo ieri sera è di una gravità inaudita, sarebbe potuto costare la vita tanto ai passeggeri del filobus quanto a qualche automobilista che si trovasse a passare di lì, si sta forse aspettando questo? – incalza Donini – noi chiediamo e pretendiamo che vengano fatti gli opportuni controlli sul parco mezzi e sia restituita sicurezza e dignità ai cittadini di Roma – conclude Donini – è indecente che l’utenza che si affida al tpl non solo non venga ricompensata, come accade in qualsiasi altra Capitale europea, ma mortificata, a tratti ridicolizzata, se non, come in questo caso, messa in pericolo.