Roma, 15/09/2021 – “Il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali) è in vigore dal 2016, è veramente un peccato non poter incolpare le ‘amministrazioni precedenti’ – scrive in una nota la Presidente dell’U.Di.Con. Regionale Lazio, Martina Donini – facciamo fatica a comprendere come in cinque anni non ci sia stato modo di regolamentare tutte le attività del Comune e salvaguardare la privacy dei cittadini. In un periodo storico come questo, dove le informazioni degli utenti sono facile preda di malintenzionati, ci aspettiamo che questi dati siano al sicuro almeno quando sono nelle mani delle istituzioni”.
I nuovi parcometri, tramite i quali è possibile pagare parcheggio o sanzioni inserendo i dati del veicolo e del conducente, non prendevano in considerazione la privacy degli automobilisti. Le colonnine, installate nel 2018, non prevedevano alcuna informativa sul trattamento, non era stato predisposto un registro né un responsabile. Il Garante, accertate tali irregolarità grazie al Nucleo speciale privacy della Guardia di Finanza, ha comminato sanzioni per il Comune di Roma, Atac e Flowbird (il subfornitore) per, rispettivamente, 800.000, 400.000 e 30.000 euro.
“È gravissimo maneggiare le informazioni degli utenti con tale superficialità. L’Amministrazione chiede allegramente dati personali e poi sorvola sulle responsabilità che ne derivano non definendo, in questo caso, nemmeno i tempi di conservazione – continua Donini – ciò significa che, dal momento dell’inserimento delle generalità, esse rimanevano salvate chissà dove e sotto la giurisdizione di chissà chi indefinitamente! E se ci fossero state irregolarità o brecce nella sicurezza? Basta guardare, ad esempio, ai casi di SIM swap per capire quanto pericolosi siano i nostri dati in mani sbagliate. Ci congratuliamo con quei consumatori che hanno, in prima linea, segnalato l’irregolarità e con la solerzia del Garante che ha dimostrato, ancora una volta, vicinanza agli interessi dei cittadini – conclude Donini – ma non possiamo non condannare fermamente l’ennesimo atto superficiale di un Campidoglio sordo e impreparato anche sui regolamenti basilari”.