Anniversario prima metro d’Italia, U.Di.Con.: “Poco da festeggiare, molto da lavorare”

9 Feb 2022 | Comunicati Stampa

Roma, 09/02/2022 – “Treni fatiscenti, corse che saltano e un’estensione della rete incommentabile; la fotografia del trasporto sotterraneo di Roma è impietosa – scrive in una nota la Presidente dell’U.Di.Con. Regionale Lazio, Martina Donini – ritengo sia stucchevole celebrare un traguardo raggiunto quasi settant’anni fa, se non ci sono prospettive di continuare su quel solco tracciato dai nostri padri”.

Il 9 febbraio del 1955 veniva tagliato il nastro alla prima metropolitana d’Italia, la Termini-E42, che univa la principale stazione capitolina con il quartiere che avrebbe dovuto ospitare l’esposizione universale del 1942. Era l’Italia del boom economico e i lavori, iniziati negli anni Trenta, erano stati sospesi durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi riprendere al termine del conflitto. A completare la panoramica delle metro romane, la linea A venne inaugurata nel 1980 e la C nel 2014.

“Siamo convinti sia scandaloso, e siamo sicuri che non siamo i soli a pensarla così, che il comune più esteso dell’Unione Europea e il terzo più popoloso sia così indietro, con una rete lunga soli 59,7 km; per contestualizzare, Madrid conta 294 km, più di tutta Italia (248 km), Parigi 220 km e Berlino 146,3 km – prosegue Donini – qualcuno dirà che il problema di Roma è il sottosuolo, ma Londra e Parigi sono città storiche, eppure entrambe hanno un numero di linee significativamente maggiore. La verità è che qui si è smesso di fare programmazione sul trasporto pubblico locale, con gli effetti devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. Al netto dei prolungamenti – chiosa Donini – i romani non hanno assistito all’inaugurazione di una nuova linea per trent’anni”.

“Ci appelliamo alle istituzioni – conclude Donini – affinché il gap con le altre capitali europee venga finalmente colmato, Roma e i romani meritano un trasporto pubblico locale degno, al fine di ridurre l’inquinamento, garantire equa libertà di movimento e innalzare la qualità della vita di una città morente per tanti, troppi anni”.