Chiusura sportello Portonaccio: Udicon, inaccettabile attraversare la città per accedere ai servizi anagrafici

11 Lug 2023 | Comunicati Stampa

Roma, 11/07/2023 – “La notizia relativa alla chiusura delle sportelli anagrafici ubicati all’interno del mercato rionale di coperto di Via di Portonaccio II sito in via di San Romano 14, ci lascia particolarmente sgomenti – così in una nota Fabrizio Ciliberto, Presidente di U.Di.Con. Regionale Lazio APS “

“La decisione presa dall’amministrazione del IV Municipio di chiudere lo sportello di Portonaccio e di spostare, a partire dal 25 luglio, tutti i servizi anagrafici presso gli Uffici Anagrafici siti in Via Rivisondoli 2, in zona Rebibbia, – continua Ciliberto – non solo non ci sembra coerente rispetto alla promessa del nostro sindaco di godere della “città dei 15 minuti” ma è senza dubbio sinonimo di enorme disagio per i cittadini della zona”.

“Da un punto di vista pratico, la sede di Via Rivisondoli è sita a circa 4,5 km di distanza da Via San Romano, nel quartiere decisamente più decentrato di Rebibbia. Riteniamo – prosegue Ciliberto – che la sede di Portonaccio, sita nel cuore di un quartiere ad altissima intensità abitativa, non possa essere sostituita dalla sede citata. Si tratta di distanze enormi, di una scelta che lascia i cittadini della zona senza un punto di riferimento agevole per la richiesta dei propri documenti, anche a fronte del pessimo stato del trasporto pubblico che non facilita gli spostamenti, di una decisione che penalizza gli utenti più fragili, come anziani e disabili”.

“E ancora – dichiara Ciliberto – ci troviamo di fronte a una determinazione che rinnega il modello della città di prossimità tanto sponsorizzato dal sindaco Gualtieri, quello in cui ci è stato promesso di poter avere a disposizione i servizi principali distanti non più di un quarto d’ora a piedi o in bici, da casa. Altro che 15 minuti, Roma sembra la città dei 15 km!”

“Noi di U.Di.Con. Regionale Lazio non siamo per nulla d’accordo con questa scelta – conclude Ciliberto – ed è per questo che ci siamo rivolti direttamente al IV Municipio e al Sindaco della Capitale, invitandoli a riconsiderare la propria determinazione e a trovare soluzioni e meno gravose per i cittadini interessati alla chiusura.”